Immaginare Creta come destinazione di una vacanza non dovrebbe significare vedere quest’isola greca solo alla stregua di un’agognata meta balneare.
Non che sia priva di tutti i requisiti richiesti. Posta con i suoi 8.261 km² sul limite meridionale del mar Egeo, costituisce la quinta isola per estensione dell’intero Mediterraneo ed è la più grande dell’arcipelago ellenico. Lunga quanto la Sardegna, ma larga solo per un terzo, Creta offre spiagge soddisfacenti e variegate a chi fosse in cerca di sole e mare di alta qualità.
La Laguna di Balos, sulla costa nord-occidentale, presenta un fiabesco scenario di gusto caraibico. Le sue acque turchesi sono solcate da serpeggianti scie di un intenso blu, e sono anche intercalate da sinuosi nastri di sabbia bianchissima.
Sulla costa sud-occidentale si schiude invece la Spiaggia di Elafonissi, che pure illanguidisce l’occhio con netti echi dai Caraibi, e con l’effetto sorprendente di una sabbia rosa che va stemperandosi verso i fondali sotto un’incredibile acqua verdazzurra.
Il territorio interno è piuttosto mutevole:i venti secchi dal Nordafricaconferiscono ad alcune zone un aspetto arido con rilievi brulli e dirupati, mentre altrovepuò profilarsi una dimensione più boscosa e lussureggiante. Gli amanti del trekking non possono perdersi i 18 km di percorso tra falesie verticali delle Gole di Samaria.
Ma il soggiorno a Creta è destinato a fare i conti anche con una ricchezza storica e artistica idonea a produrre notevoli stimoli culturali.
Complesse dinamiche hanno mosso gli eventi storicidell’isola dall’Età del bronzo fino al XX secolo, facendo di Creta dapprima la progenitrice della Grecia classica; per poi vederla inserita nella successiva storia romana, bizantina, veneta e quindi turca; fino alla sua definitiva collocazione nel moderno stato greco.Siti archeologici, cinte murarie, villaggi e città recano suggestive memorie di questa complessità.
E, se l’Europa pone le proprie radici nella cultura greco-romana, che dire allora dell’opportunità di imbattersi in quella civiltà minoica che proprio di quella greca fu precorritrice?
L’aggettivo che qualifica questa remota cultura è ispirato al più tardo mito classico del Re Minosse. A partire dal 2.700 a.C., i minoici sono andati prosperando grazie a una spiccata indole commerciale e marittima che ha consentito loro di raggiungere l’Egitto e le più remote propaggini del Mar Nero, a est, ma anche di esplorare il bacino occidentale del Mediterraneo grazie alla propria favorevole posizione geografica.Il dominio dei mari e le ricchezze accumulate coi traffici dovevano attribuirealla talassocrazia minoica anche i tratti di una società edonistica e raffinata, protetta più dal territorio insulare che non da uno spirito militarista.
Le vestigia giunte fino a noi trasmettono la precisa idea di un popolo amante di eleganti espressioni sociali e conviviali,e molto sensibile alla bellezza della natura e al benessere della persona.
Il britannico sir Arthur Evans fu l’iniziatore delle ricerche sulla civiltà minoica agli inizi del secolo scorso. Studioso “irregolare” e archeologo dilettante, Evans riuscì a quei tempi ad acquistare la terra su cui si palesavano i primi affioramenti di ciò che sarebbe poi diventato noto come il Palazzo di Cnosso, a circa cinque chilometri dall’odierno capoluogo di Creta: Heraklion.
Gli scavi proseguirono fino al 1931, e consentirono a Evans di formulare le prime importanti ipotesi ancora oggiutili a delineare la morfologia della civiltà minoica; ma ben presto imprescindibili esigenze di restauro furono affrontate dall’infaticabile scavatore di Cnosso sulla base di sue personali visioni e interpretazioni, a proposito delle planimetrie e delle supposte funzioni del palazzo.
Furono quindi compiuti interventi architettonici non senza l’adozione di metodi che in seguito sarebbero statiabbondantemente contestati, come l’uso del cemento armato per eseguire ristrutturazioni oppure scelte di colori per effettuare decorazioni solo a fatica non giudicabili arbitrarie. Ancora oggi l’arrivo al Palazzo di Cnosso costituisce una delle esperienze più evocative dell’antica civiltà minoica.
Accolti da un busto di Arthur Evans che sorveglia il sito con sguardo benevolo e compiaciuto, i turisti si apprestano a visitare un’area che originariamente misurava fino a 22.000 m². Con 1.300 stanze capaci di ospitare più di 10.000 persone, si stima oggi che l’edificio avesse un carattere polifunzionale ricomprendendo gli alloggi del re e della regina, con tutto un indotto di stanze destinate ai ricevimenti e alle funzioni di diplomazia, di sale adibite al culto con la presenza di sacerdoti, e magazzini per lo stoccaggio di derrate agricole nonché uffici dei funzionari preposti alle attività contabili, fiscali e amministrative.
Percorrendo gli ambienti in parte ricostruiti, si avverte inoltre la forte suggestione del mito del Minotauro: ci si impiglia nel filo di Arianna fra le colonne dipinte di rosso di un loggiato, si avvertono gli echi dei comandi di Minosse fra gli ori e la porpora della Sala del Trono, sembra di udire i passi affrettati di Teseo a caccia del mostro nella labirintica successione di certe stanze.
Una volta a Cnosso, sarebbe opportuno integrare questa esperienza con una visita al vicino Museo Archeologico di Heraklion.
Risalente al 1883, ed ampliato con ristrutturazioni nel 2013, questo edificio si struttura in 22 sale organizzate su due piani. È un’occasione per osservare i celebri affreschi ritrovati a Cnosso. “Le Signore Azzurre” si caratterizza per un linguaggio pittorico più sinuoso e naturale, rispetto al coevo stile egizio, mentre il grande amore per la natura traspare da“I Delfini”. Alla cosiddetta taurocatapsiasi riferisce invece “Il Gioco del toro”.
A dispetto del mito cruento del Minotauro, nella società minoica era infatti diffusa una pratica atletica che vedeva coinvolta una coppia di giovani. Ragazzo e ragazza si alternavano nei ruoli: l’uno afferrava frontalmente le corna del toro per essere sbalzato subito dopo in aria da uno scatto del collo dell’animale,e compiere così un salto mortale che lo riportava a terra afferrato al volo dalla compagna collocata oltre la coda del bovide; e viceversa invertendo i ruoli della coppia.
Nelle sale del museo è possibile ammirare anche ricchi esempi di pittura vascolare. I minoici raggiunsero infatti un livello di eccellenza nel decorare vasellame con stile policromo, in gran parte rinvenuto in un altro sito archeologico: il Palazzo di Festo, collocato nella Piana di Messarà poco distante dal mare nella parte meridionale di Creta.
A Festo, l’atmosfera è molto diversa. Le rovine sono più scabre, per la diversa filosofia di scavo e restauro rispetto a Cnosso, ma l’identità della struttura palaziale si avverte tutta; in un contesto ambientale che offre oltretutto suggestivi scorci panoramici.
È proprio qui che una spedizione archeologica italiana ritrovò nel 1908 un disco di terracotta che si è fatto risalire al 1.700 a.C., e osservabile oggi al Museo di Heraklion.I 242 simboli impressi a spirale sul fronte e sul retro del Disco di Festo costituiscono ancora oggi un enigma, e sono solo in parte riconducibili alla supposta scrittura attribuita alla civiltà minoica, il Lineare A, un sillabario che resta a sua volta in gran parte indecifrato.
Collocato in una raccolta insenatura della costa nord-orientale, fuori l’agglomerato urbano di Agios Nikolaos, il Daios Cove LuxuryResort&Villas manifesta tutte e cinque le sue stelle di alta hotellerie in un’ampia struttura al tempo stesso imponente ed aerea.
Con le sue terrazze panoramiche e gli ampi ambienti ariosi ricchi di luce, in cui si affaccia l’azzurro del cielo e del mare, il benessere ha trovato il suo scenario più elettivo. Minimalismo, funzionalità, muratura in pietra a vista – ma anche colori arruolati dal più astratto modernismo – accompagnano il soggiorno, con stanze predisposte alla realizzazione del più completo benessere degli ospiti.
La gastronomia si ispira dichiaratamente alla frugalità della cucina greca locale, con maniacale selezione di ingredienti freschissimi dal territorio e con ogni licenza richiestadall’estro dell’alta cucina.
Altrettante stelle sfodera la vasta e accessoriata struttura che fa capo all’EuphoriaResort, sulla costa nord-occidentale di Creta, meno di mezz’ora a ovest della città di Chania.
La mastodontica offerta di servizi e di intrattenimenti contempera uno stile “all inclusive”, molto adatto alle famiglie con bambini, con un assettosontuosamente “palaziale” del complesso che mantiene però intatta un’indole di elegante minimalismo funzionale.
Anche qui la vista spazia facilmente verso il mare, con il verde dei prati e delle palme che aggiunge toni di colore all’occhio.
Voltare lo sguardo all’interno della cittadella significa solo imbattersi in svariati intrattenimenti che vanno dal centro fitness e benessere alle piscine, e fino al parco acquatico.
L’offerta gastronomica è articolata su ben cinque ristoranti destinati a soddisfare ogni preferenza e capriccio, dalla cucina locale agli stili internazionali.