Raggiungibile da Pechino con 11 ore di treno, la città di Harbin – collocata all’estremo nord-est della Cina nella provincia dell’Heilongjiang, chiamata anche Siberia cinese – ogni anno è teatro di un evento alquanto particolare: il Festival internazionale delle sculture di ghiaccio e neve di Harbin.
Si tratta della più importante ricorrenza annuale al mondo dedicata alla scultura e all’architettura che adoperano il ghiaccio come materia prima.
Quest’angolo di Cina remota accoglie circa un milione di visitatori ogni anno e ad ogni stagione vengono qui ricostruiti, integralmente scolpiti nel ghiaccio, i più famosi monumenti disseminati in tutto il mondo; come la Statua della Libertà o la Torre Eiffel, oltre a svariate strutture architettoniche di dimensioni spesso decisamente mastodontiche.
Le date ufficiali di questo festival cambiano ogni anno, ma normalmente l’evento ha inizio nella prima settimana di gennaio per proseguire fino alla metà di febbraio; con la gran parte delle opere in esposizione già visibile però da poco prima di Natale fino a tutto marzo.
L’edificazione degli edifici di ghiaccio richiede il suo tempo e circa 10.000 addetti ogni anno, nonché l’applicazione di vere e proprie tecniche mutuate dall’edilizia convenzionale, per sollevare e collocare al loro posto con gru e ponteggi gli enormi blocchi di questo insolito materiale da costruzione.
Quando si parla del festival nella sua interezza, si deve tuttavia considerare il complesso delle attività che si svolgono entro ben cinque parchi tematici nell’area di Harbin:
l’Art Expo Internazionale delle sculture di neve del Parco di Sun Island,
il Mondo delle lanterne di ghiaccio del Parco di Wanda,
la Fiera delle lanterne di ghiaccio del Parco di Zhaolin,
il Carnevale di ghiaccio e neve sul fiume Songhua
e infine l’oggetto più specifico della nostra visita:
il Mondo di neve e di ghiaccio di Harbin.
Quest’ultimo parco tematico, raggiungibile dalla città in 20 minuti di taxi, risale a un progetto predisposto dal governo municipale di Harbin nel 1999 per salutare il nuovo millennio edificando una sorta di “Disneyland” tutta di ghiaccio e di neve.
Le opzioni di ingresso nell’area del parco di ghiaccio sono due. O si acquista un biglietto mattutino (circa 15 Euro) per una visita dalle 9:00 alle 13:00, oppure si opta per l’ingresso pomeridiano-serale nella fascia oraria che va dalle 13:30 fino all’orario di chiusura alle 21:00 (circa 50 Euro).
Questa seconda opzione è anche quella più consigliabile perché consente di osservare lo spettacolo dell’intero parco in tre distinte condizioni di luce: di giorno, al crepuscolo e nel buio integrale. Al calar del sole, le strutture di ghiaccio sono infatti irrorate da effetti di luce colorata. In altri casi la luce è bianca, ma sono le sculture stesse a incorporare nel ghiaccio speciali polveri o additivi coloranti.
A proposito delle diverse condizioni di luce durante la visita, occorre precisare come la resa estetica ed emozionale delle opere del parco sia totalmente diversa tra giorno, tramonto e notte. In piena luce solare, i palazzi di ghiaccio di maggiori dimensioni si apprezzano meglio nella finezza e nel nitore dei loro dettagli architettonici.
Con le luci notturne va a perdersi questa più netta percezione delle rifiniture; ma si guadagna nella fantasmagoria delle luci che colorano il ghiaccio contro il buio della notte.
Per godersi una simile visita senza che nulla possa diminuire il piacere di uno spettacolo che definire fiabesco è poco, sarà bene non trascurare il proprio abbigliamento. Le temperature ad Harbin oscillano durante le giornate del festival dai -30°C ai -14°C in assenza di vento.
Occorre in altri termini pensare seriamente di abbigliarsi come se si andasse a scalare una montagna in alta quota.
Una volta entrati nel parco di ghiaccio, in poco più di un’ora sarebbe teoricamente possibile osservare – a tappe forzate – tutte le meraviglie in esposizione ma, con l’insieme delle attività del festival in pieno esercizio, si finisce pure attratti dall’area fieristica con il luna park, dalle bancarelle dei mercatini (non prive di stuzzichini e cibarie) e dai bar in cui entrare.
I locali non sono riscaldati, ed è infatti curioso vivere una doppia sorpresa: farsi servire della birra ben fresca, ma tenuta fuori dal frigorifero, e sentirsi comunque più al caldo rispetto all’ambiente esterno.
Ai piedi di diverse “cattedrali di ghiaccio” sono predisposti anche dei canali entro i quali lanciarsi con degli slittini per una emozionante discesa, ma sempre in sicurezza: i percorsi sono abbastanza tortuosi per tenere sotto controllo la velocità e, a fondo corsa, enormi e rassicuranti cuscini attendono chi scende all’arrivo.
Sulle rive del fiume Songhua ad Harbin è ubicato in posizione strategica lo Shangri-la Hotel.
Gli eleganti e ariosi spazi comuni (arricchiti da sale riunioni ed aree congressi in stile decisamente sontuoso) sfumano nelle avvolgenti camere che circondano gli ospiti coi loro toni caldi e occasioni di comfort ovunque si volga lo sguardo.
L’hotel offre anche un’ampia piscina con acqua tiepida, sauna, bagno turco e sala attrezzi, con l’opportunità di prenotare sedute di massaggi. Molto valido anche il servizio di intrattenimento dei bimbi in apposite sale dedicate.
Per una cena in hotel di stile più eclettico e con abbondanti alternative per tutti i gusti, il Coffee Garden è uno dei due ristoranti che offre menu a rapido ricambio con continua ricerca cross-over fra cucina orientale e occidentale.
L’altro ristorante è lo Shang Palace, specializzato nella presentazione più autentica dei tradizionali piatti della cucina cantonese, ma anche delle specialità più esclusive della gastronomia locale. Il tutto in un contesto di assoluta eleganza.
Nell’ipotesi di un soggiorno esteso a 2-3 giorni, la città di Harbin e i suoi dintorni possono offrire anche altre occasioni per visite ed escursioni.
Sempre in città, non bisogna trascurare nella stagione del festival le opportunità offerte dagli altri parchi tematici, alcuni dei quali facilmente raggiungibili anche a piedi dall’hotel, come ad esempio lo Zhaolin Park. Ma il grande protagonista in città è proprio il fiume Songhua, la cui superficie ghiacciata offre un enorme spazio per svariati giochi invernali.
Si va dal pattinaggio agli slittini trainati da appositi veicoli, ma anche a speciali gommoni trainati vorticosamente da jeep fra grida e risate dei partecipanti; oppure a particolari gimcane su ghiaccio e neve con veicoli ad hoc. Senza contare che diverse fra queste attività vengono svolte anche in notturna tra effetti di luci colorate.
È proprio dal fiume che viene cavata una parte dei grandi blocchi di ghiaccio usati come mattoni per questa particolare attività edilizia. Per ottenere invece quei blocchi dall’assoluta trasparenza che i maestri scultori e costruttori sanno offrire agli occhi dei visitatori, si parte da acqua che viene depauperata dalle impurità e dai gas disciolti con specifiche tecniche.
Un’altra visita interessante in città è quella alla Cattedrale di Santa Sofia.
Trovarsi davanti a una chiesa ortodossa in pieno stile zarista può fare un certo effetto, non senza qualche confusione. Ma tutto si spiega considerando che questa città era poco più che un villaggio a fine ‘800, quando l’Impero zarista finanziò lo sviluppo della Ferrovia Orientale Cinese con un nodo nevralgico di questa linea collocato proprio ad Harbin.
Di qui, nei decenni successivi ci fu un’emigrazione di russi coinvolti come operai o impiegati in quest’impresa ferroviaria.
Nel 1913 la popolazione russa di Harbin superava di poco il 50% del totale, con i cinesi di etnia Han a costituire meno del 5%, ma oggi la presenza russa ad Harbin è ridotta a poche centinaia di unità (con gli Han tornati al 93%).
Per chi fosse attratto dalla contemplazione ravvicinata di animali rari, nei dintorni di Harbin si trova il Parco della Tigre Siberiana, che ospita dai 400 ai 600 esemplari di questo felino.
Le tigri si muovono liberamente entro una vasta area recintata, in cui la visita si svolge a bordo di veicoli appositamente attrezzati con reti di protezione.
Non è raro che una tigre salti sul tetto dell’auto, non tanto per minacciare i turisti quanto in atteggiamento che appare perfino giocoso; ma non si tratta esattamente di effusioni che possano compensare la mancanza di ben altri felini che attendono a casa il nostro ritorno.