Vacanze a Santo Domingo: è la capitale della Repubblica Dominicana ma viene sempre identificata con la repubblica stessa, che confina a est con Haiti.

In questo articolo ci riferiremo quindi, coscienti dell’errore, a tutta la repubblica utilizzando il nome della sua capitale.

Santo Domingo è la meta turistica più visitata nell’intera area caraibica sia per vacanze di lusso ad hoc che per chi vuole acquistare uno dei tanti pacchetti vacanze offerti da tutti i maggiori tour operator italiani e fa parte delle cinque destinazioni più richieste per le vacanze in tutto il territorio delle Americhe.

Nel corso del 2019 più di sette milioni di viaggiatori sono arrivati da tutto il mondo alla scoperta di questa nazione insulare dal clima tropicale.

Data la diversità del suo territorio, questo Paese è considerabile geologicamente come un vero e proprio micro-continente capace di modulare i propri ambienti da un vibrante blu delle sue acque marinefino alle alte e fredde cime dei suoi monti, circondati da foreste in stile alpino, fra i quali svetta il Pico Duarte, la montagna più alta di tutti i Caraibi con i suoi 3.098 metri nel principale massiccio montuoso dell’isola: La Cordigliera Centrale.

Il mare a Santo Domingo

La possibilità di esplorare a più ampio raggio il territorio dominicano è tuttavia ancora poco sfruttata dal prevalente turismo, che resta preferibilmente attratto dalla dimensione marittima fruibile all’interno degli svariati resort per i quali è celebre l’isola.

Ma come biasimare chi sbarca qui irresistibilmente attratto dalle incontaminate spiagge di sabbia bianca di Bayahibe che, a meno di 150 km dalla capitale Santo Domingo, preludono al tuffo in un’acqua che dall’assoluta trasparenza della riva attraversa vari gradi del verde e dell’azzurro prima di precipitare nel blu più profondo?

Sulla costa, lunga più di mille chilometri, si alternano spiagge meravigliose ricche di un habitat sottomarino mozzafiato: un vero e proprio universo sommerso. Le barriere coralline, le grotte, i resti di galeoni, alcuni relitti sommersi e una grande varietà di fauna marina sono i protagonisti di queste aree protette del Mar dei Caraibi.

Tra i siti più famosi c’è la spettacolare barriera corallina di 40 metri al largo dell’isola di Catalina e di Saona. Stupenda anche la spiaggia vergine di Playa Frontón a Las Galeras, dove si possono avvistare sia tartarughe che razze. Cayo Arena è invece l’ideale per chi ama lo snorkeling.

Qui si praticano immersioni tutto l’anno ma il periodo in assoluto migliore è tra giugno e settembre. In questo perido dell’anno le acque sono più calme e c’è una visibilità migliore. La temperatura dell’acqua varia durante l’anno tra i 24 e i 29 gradi, permettendo ai sub di immergersi anche durante l’inverno.

Famosissima è la spiaggia di Boca Chica che si apre su una baia naturale protetta dal mare aperto da una stupenda barriera corallina. Qui le acque sono calme, trasparenti e poco profonde.

E a sorpresa, un lago

La Repubblica Dominicana, tuttavia cela più di una gemma all’interno del suo articolato territorio, come il Lago Enriquillo collocato a sud-ovest quasi al confine con Haiti in un parco nazionale. Con i suoi 350 km² di superficie, si tratta del più vasto lago di tutti i Caraibi e vanta – dentro quest’area – anche il secondo primato di essere il punto più basso, a 43 metri sotto il livello del mare.|

In questa sorta di “Mar Morto” caraibico la salinità è però appena il triplo di quella marina, e non impedisce così lo sviluppo di una fauna interessante, che va dalla più ampia popolazione di coccodrilli americani dei Caraibi alle iguane e fino alla spettacolare coreografia degli splendidi fenicotteri rosa.

Il contrasto tra fazzoletti aridi di territorio e macchie più tipicamente tropicali fa ancora la differenza intorno a questo sorprendente lago dove maturano noci di cocco, banane e manghi. Il suo perimetro è percorribile in auto per una sessantina di chilometri oppure si può visitare la pittoresca Isla Cabritos, al centro delle sue acque.

Il nome del lago è un tributo a uno storico capo ribelle dell’etnia autoctona Taino del XVI secolo, che si oppose allo sfruttamento imposto all’isola dai colonizzatori spagnoli. Il popolo Taino, fiorente all’arrivo di Colombo, fu successivamente sottoposto a uno strisciante genocidio e poco resta oggi di quella cultura.

Ma sulle rive settentrionali di questo lago esiste, presso il Parco di Las Caritas, una suggestiva parete cosparsa di incisioni rupestri raffiguranti faccine sorridenti impresse nella pietra, proprio nei dintorni della caverna in cui il ribelle Enriquillo trovava il suo rifugio.

Il sito apre un vibrante squarcio sulla cultura Taino, per chi desiderasse incuriosirsi di un’etnia indigena che costituiva – prima della colonizzazione europea – la popolazione prevalente di tutti i Carabi e anche della Florida.

La storia dell’isola Hispaniola

Hispaniola è il nome geografico dell’isola che ospita solo per due terzi del suo territorio la Repubblica Dominicana, mentre il rimanente terzo è sottoposto alla sovranità della molto più povera Repubblica di Haiti.

Hispaniola, collocata fra le altre due Grandi Antille di Porto Rico e Cuba, ha anche la caratteristica di essere la seconda isola per superficie, dopo quest’ultima,in tutta l’area. Ha inoltre il primato di essere stata la prima colonia europea fondata da Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo in seguito ai suoi viaggi del 1492 e 1493.

La decolonizzazione della Repubblica Dominicana ebbe inizio alla fine del ‘700, e ha costituito un processo tormentato e lungo quasi un secolo, anche a causa della duplice presenza francese e ispanica. Ma anche dopo l’elezione (almeno formalmente) democratica del suo primo presidente nel 1863, i guai per la giovane repubblica dovevano ancora durare a lungo.

A causa di un forte indebitamento nei confronti degli Stati Uniti d’America, questi ultimi arrivarono ad occupare militarmente la Repubblica Dominicana nel 1916 fino all’insediamento di un dittatore colluso con gli interessi americani nel 1930: Rafael Trujillo, che avrebbe governatocol pugno di ferro il Paese per i successivi 30 anni.

Durante questo regime, il dittatore – che arrivò a chiamare l’attuale capitale Santo Domingo “Ciudad Trujillo” – fu anche il primo capo politico a investire sull’industria del turismo, creando i primi otto resort di proprietà statale proprio in questa città.

Per il loro elevato standard di lusso, questi primi hotel (alcuni dei quali, come l’Hotel Hispaniola e l’Hotel Comercial esistono ancora oggi) iniziarono ad attirare l’attenzione del turismo internazionale dell’epoca. La dittatura di Trujillo inaugurò una vera e propria stagione dei lavori pubblici dedicata alla costruzione di alberghi di pregio anche nelle capitali delle province. Le città di Santiago de los Caballeros, Barahona, San Juan de la Maguanae Jarabacoafurono tutte abbellite in quegli anni da un fiorente sviluppo dell’hotellerie.

La costruzione del Las Américas International Airport e la rivoluzione cubana (che pregiudicò il turismo in quell’isola) furono altri fattori che accrebbero ulteriormente l’industria turistica nella Repubblica Dominicana negli anni ’50 dello scorso secolo, attribuendo questo curioso merito anche a un regime dispotico e sanguinario che si sarebbe concluso con l’assassinio dello stesso Trujillo per una congiura nel 1961.

Se è vero che la successiva instabilità politica, una guerra civile e una nuova occupazione militare statunitense danneggiarono per qualche anno il turismo nella Repubblica Dominicana, ormai il Paese aveva ricevuto un imprinting verso questa vocazione che doveva continuare a dispiegare i suoi effetti nel tempo.

Dopo il 1970 le stanze di hotel, conseguenti all’incremento dell’edilizia dedicata al settore, passarono dalle 1.134 alle45.000 nel corso anni ’90.

Negli ultimi 30 anni l’industria dominicana del turismo ha continuato a svilupparsi arrivando ad operare oggi ai suoi massimi,diversificando le vie di accesso al Paese (con un significativo incremento dei viaggi via mare e delle sinergie con le crociere), lo sviluppo dell’ecoturismo e la valorizzazione delle aree protette.

Si è cercato anche di incentivare motivazioni di viaggio alternative a quelle balneari come, ad esempio, quelle associate al turismo industriale. La Repubblica Dominicana dispone di ben 63 miniere con un territorio ricco di oro, argento, nichel, rame, bauxite e marmo.

Tour suggestivi

Un’esperienza molto suggestiva – e del tutto esclusiva – è il tour guidato alla Mina de Larimar, presso la città di Barahona: l’unica miniera al mondo da cui viene estratta la pregiata pietra di Larimar, anche detta Gemma blu dei Caraibi.
Questo minerale (composto da pectolite, calcio, acido silicato e sodio idrato) lascia balenare dai sassi in cui è contenuto un blu luminoso che sembra restituire agli occhi il colore delle acque intorno alle coste dominicane.

Ma i toni sono molto cangianti e, col taglio e la lucidatura della gioielleria, ogni gemma acquista in realtà un colore e una consistenza unici.

Chiamata anche “Pietra del Delfino”, il gioiello di Larimar è fortemente associatoalla credenza di amplificare le facoltà della comunicazione umana con questo cetaceo.

Sempre nell’ottica di turismo non esclusivamente marittimo, non può essere trascurata l’opportunità di una visita alla Ciudad Colonial (città coloniale) di Santo Domingo, ovvero il centro storico della capitale.

Tutta l’area di circa un chilometro quadrato (che è chiamata confidenzialmente “La Zona” dai locali) è stata dichiarata Sito UNESCO, ed è circondata da una cinta muraria sulla riva destra del fiume Ozama, che divide in due la città.

I monumenti da non perdere in quest’area sono la fortezza spagnola di Alcázar de Colón, la Fortaleza Ozama(che è il più antico castello europeo costruito in tutte le Americhe, risalente agli inizi del 1500) e la Cattedrale di Santa Maria la Menor.

I resort a Santo Domingo

Tortuga Bay

Il Tortuga Bay Hotel at Puntacana Resort & Club si trova sulla punta orientale dell’isola, che guarda verso Porto Rico. Entro un ampio parco privato, tutta l’area invita al ritiro da ogni gravame mondano per aprire le porte solo al relax e al benessere per cho vuole una vacanza a Santo Domingo rigenerante.

Le opzioni fra suite e ville (ciascuna con un professionalissimo servizio dedicato di portineria) dischiudono ambienti interni in perfetto bilanciamento fra eleganza architettonica, lusso e funzionalità.

Uscendo dalle residenze, si aprono alla vista verdi prati punteggiati da palme che frusciano al vento, prima che una striscia di finissima sabbia bianca possa invitare all’ingresso dentro un variegato alternarsi di toni di blu nelle acque del mare.

Questa cittadella del benessere costituisce anche una vasta oasi di privacy e di assoluta sicurezza. L’offerta gastronomica è davvero ampia per stili di cucina e per l’ambientazione dei ristoranti, nei quali blasonati chef riescono a fondere e ad alternare il gusto locale legato alla ricerca del prodotto freschissimo con le tendenze internazionali, per un risultato capace di soddisfare qualunque palato.

Amanera resort Santo Domingo

Nel vostro programma di viaggio a Santo Domingo valutate di scendere a uno dei più bei resort del mondo: L’Amanera, una delle perle della prestigiosa catena degli Aman Resort. Collocato su di una invidiabile posizione panoramica di fronte al mare, esattamente sulla verticale di Santo Domingo, l’Hotel Amanera offre una spettacolare visione della selvaggia costa del nord, con accesso alle celebrate sabbie dorate di Playa Grande.

Questo è il luogo ideale per un più dinamico contatto marittimo incentrato sul vigore degli sport acquatici, ma anche per gettarsi all’esplorazione della giungla che circonda alle spalle tutto il sito. Dalle rocce a strapiombo sul mare, su cui biancheggiano le onde che si infrangono, ci si può inoltrare anche alla scoperta di un entroterra fatto delle spezie e dei profumi reali della vita dominicana.

Un certo razionalismo architettonico mira qui ad incorporare elementi arborei in un gioco di contrapposizioni in cui è possibile godersi l’uso di piscine privatecircondate da prati e cespugli in totale privacy, mentre si pregusta una cena più tardi in un’ampia sala panoramica; se non in un ambiente appositamente predisposto proprio sulla sabbia della baia sottostante.

Ma anche cenare al tramonto sull’ampio spazio della propria terrazza a strapiombo sul mare mentre si è scelto un impeccabile servizio in camera, con tutti i sensi ingaggiati dalla natura circostante, può costituire un momento difficile da dimenticare.